Il 59.6% degli spettatori dei playoff di serie A e Lega2, ha una conoscenza scarsa o molto scarsa delle regole del gioco. Il 50% ritiene che per fischiare una rimessa sia sufficiente che il pallone oltrepassi, mentre è in aria, le linee laterali o che, esaurito il bonus, tutti i falli, a prescindere di chi ha il possesso di palla, portino a due tiri liberi.
CRESCITA Lacune che non impediscono al pubblico di godersi lo spettacolo e crescere. La serie A ha chiuso la stagione con 1.252.454 spettatori per una media di 3739, il 3.9% in più rispetto alla passata stagione e sempre in crescita dal 2002 in poi. Quanto alla Lega2, è (calcio escluso) il terzo campionato d’Italia per media spettatori, dopo la serie A di pallacanestro e volley. Ma il basket è un gioco complicato e con regole in evoluzione e il pubblico fa fatica a seguirlo. Molte proteste potrebbero essere evitate se la loro conoscenza fosse superiore.
PAPALIA E’ il risultato di un’indagine molto interessante promossa dall’amministratore unico della Sebastiani, Gaetano Papalia, e presentato durante il torneo degli azzurri a Rieti. Lo studio, del Censis, su un campione di mille spettatori ha dato risultati attesi (la conoscenza delle regole di chi ha giocato a basket è nettamente superiore rispetto a coloro che lo guardano e basta o ne hanno imparato pochi rudimenti a scuola) e curiosi: le due piazze del Sud incluse nel campione (Napoli e Caserta) hanno ottenuto un risultato nettamente migliore rispetto a zone dove si ritiene che il basket sia molto più radicato, come il Nordest.
ISTRUZIONE Il campione ha rilevato un’istruzione media molto alta (813 intervistati su 1000 hanno un diploma o una laurea) ma la maggioranza (548) ha visto non più di 6 partite durante la stagione regolare. Il 46.9% segue in campionato su Sky e praticamente la metà non ha mai giocato a pallacanestro. Si può discutere sulla scelta degli argomenti ma, in ogni caso, per rispondere a tutti e 11 i quesiti proposti (i primi due di «cultura» cestistica) bisogna avere un’infarinatura piuttosto buona del gioco. Ovviamente la conoscenza cresce con la pratica sportiva (il tasso più alto, una media di 7 risposte esatte, lo si riscontra tra chi il basket lo vive a livello agonistico), le partite viste (anche in televisione) ed è superiore tra i ventenni mentre decresce con l’età.
MARKETING L’idea promossa da Papalia merita un approfondimento istituzionale. E’ evidente che la conoscenza delle regole non sia ottimale, che Lega, club e Federazione debbano promuovere tra gli spettatori (anche televisivi) e i praticanti più giovani il desiderio di saperne di più. Iniziative (anche di marketing) se ne possono inventare decine. Una conoscenza più approfondita delle regole e del gioco è la chiave per accrescere la popolarità e il successo del basket.
Fonte: Gazzetta.it
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